Controllo o coraggio? Bari ha bisogno di politiche, non solo ordinanze

Succede che a San Nicola, nelle strade del centro di Bari già affollate per la festa patronale, un gruppo di ragazzi che non si conoscono tra loro inizi a cantare spontaneamente. Altri si uniscono, e nasce un momento collettivo, semplice ma potente. Le immagini fanno il giro dei social, parlano di voglia di stare insieme, di esprimersi, di occupare lo spazio pubblico con vitalità.

Succede anche che, nello stesso contesto, un ragazzo di 17 anni venga arrestato con una pistola automatica carica. Un minorenne, legato alla criminalità organizzata.

Due episodi molto diversi, ma che convivono nello stesso tempo e nello stesso luogo. E ci sbattono in faccia, senza filtri, la realtà: quella delle tante gioventù che abitano la nostra città. C’è chi prova a costruire bellezza, chi cerca occasioni per esprimersi, e chi cresce immerso in contesti segnati dalla violenza e dalla mancanza di alternative.

Al sindaco Leccese, diciamo che non serve un post di riprovero, ma servono politiche pubbliche che riconoscano questa complessità, che non si fermino alla gestione dell’ordine ma che agiscano in profondità, con visione, con strumenti differenti, su più livelli.

Negli ultimi mesi, con BariNextGen, abbiamo contribuito al percorso partecipato sulle politiche della notte promosso dal Comune, portando insieme ad altre associazioni giovanili quattro proposte concrete per una città più viva, più inclusiva, più intergenerazionale. E sì, in alcuni casi abbiamo trovato disponibilità all’ascolto.

Ma oggi diciamo con chiarezza che non basta. Non basta ascoltare, non basta esserci quando scoppia un caso. Serve una visione politica. Serve il coraggio di scegliere. Di non limitarsi a contenere, ma di valorizzare e attivare le energie dei giovani.

La decisione di non assegnare una delega alle politiche giovanili, ma solo “ai rapporti con le associazioni che le promuovono”, non è neutra. È una scelta. E lascia una domanda aperta: quali politiche giovanili stiamo davvero sostenendo?

Le manifestazioni spontanee di questi giorni sono segnali forti. Parlano di una generazione che non si rassegna. Se mancano gli spazi, li inventa. Se mancano le occasioni, le crea. E davanti a tutto questo, rispondere solo con il controllo e la repressione è una strada miope e pericolosa.

Noi crediamo ancora nel confronto e nella coprogettazione tra istituzioni e società civile. Ma non resteremo a guardare in silenzio. Questa volta non basteranno più parole di circostanza. Né un altro tavolo. Né un altro giro di consultazioni. Serve il coraggio di una direzione politica chiara. Adesso.

1 commento su “Controllo o coraggio? Bari ha bisogno di politiche, non solo ordinanze”

  1. Quello che è successo a San Nicola è solo l’ultimo tassello di un mosaico che ormai da anni riguarda la zona Umbertina……e anche Madonnella ,e ne parlo da residente, sta andando verso quella direzione. Non condanno il divertimento, lo stare assieme, il divertirsi, il cantare. Condannarli sarebbe condannare la gioia di vivere. Ma è altrettanto vero che è l’ultimo episodio di un quartiere esasperato, un quartiere che sono certo che non condanna come il nostro sindaco, ma chiede legittimamente un quieto vivere. La condanna la faccio al Sindaco e all’amministrazione tutta. Perchè è chiaro che si preferisce condannare a priori piuttosto che trovare soluzioni che ci sono, perchè ci sono. Si preferisce etichettare i giovani come delinquenti, come nullafacenti, come perdigiorno. Molto ipocrita. Il tempo delle parole è ormai finito, bisogna passare ai fatti concreti. Con proposte serie. Anche perchè accanto al bivaccare, alle canzoni e al divertimento, c’è una città che ha bramosia di cultura di intercultura, di spazi condivisi e condivisibili.

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